L’icona della Madonna di Collefiorito

    • Questa icona si inserisce nella tradizione delle immagini sacre bizantine che sono patrimonio della Chiesa d’Oriente e d’Occidente insieme.
    • Un santuario mariano non nasce per caso… La denominazione della località pometina in cui questa immagine è stata collocata viene a dare a Maria Santissima il titolo luminoso e fecondo di “Colle fiorito”.
    • E’ Maria il “Colle fiorito”. Ciò viene espresso simbolicamente dalla sagoma possente dell’immagine di Maria: il Colle che genera il Cristo, il Colle sopra il quale si può incontrare Cristo. Il fiore, il frutto, il Figlio, non è tenuto stretto dalla Madre, viene mostrato, presentato, indicato, donato, offerto come dono prezioso da incontrare ed accogliere come novità importante. Cristo Gesù, l’Uomo Nuovo è il Frutto da “cogliere” per la Vita vera e definitiva.
    • Nella parte superiore, ai lati del capo di Maria sono rappresentati due Serafini, gli angeli dal colore “rosso” ardente che, secondo la tradizione iconografica cristiana, vuol rappresentare la loro adorazione perpetua presso il Trono di Dio.  I Serafini contemplano Maria, capolavoro di Dio, Arca dell’Altissimo, dimora immacolata dell’Eterno, Donna della Nuova Creazione, Vergine Madre del Signore della Vita.
    • Maria indossa un manto damascato color porpora, come usavano fare le regine dell’Antico Oriente, con i capelli raccolti in una cuffia, segno di decoro e di grande dignità.
    • Gesù ha il volto di bambino ma è rappresentato come un uomo adulto per indicare che Egli, l’Eterno, viene ad incarnarsi per assumere in Se stesso, integralmente, la nostra umanità.
    • La veste di Gesù è quella degli antichi saggi. Nella mano sinistra, come Maestro, porta il rotolo delle Sacre Scritture, con la mano destra, nel gesto di benedizione tipico della Chiesa orientale, viene ad indicare Se stesso proclamandosi Via, Verità e Vita per tutti gli uomini.
    • Ai lati di Maria si trovano alcune lettere dell’alfabeto greco: MΡ – ΘΥ, sigla delle parole “Miter Teu”, “Madre di Dio”. Maria è venerata sempre in relazione al Figlio.Nello sfondo dell’aureola di Gesù sono riportare le lettere dell’alfabero greco: O -ω-N, sigla delle parole “Colui che è”, il titolo, il Nome-Verbo ineffabile che Dio rivela a Mosè nell’Antico Testamento (Esodo 3,14) e che Gesù, rivelazione definitiva di Dio per noi, applica a Se stesso nel Nuovo Testamento (cfr.: L’ “Io sono…” di Cristo nel Vangelo di Giovanni, nel libro dell’Apocalisse, etc).
    • Questa Icona, realizzata per mano di Luisanna Garau, è stata offerta alla Comunità ecclesiale di Pomezia e affidata alla Parrocchia – Santuario Madonna di Collefiorito dal nostro Vescovo Mons. Dante Bernini il giorno 8 Maggio 1993

 

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Così parlò il nostro Vescovo…

In Piazza Indipendenza… per non dimenticare e costruire insieme il futuro!”

Non credo che debbano essere dette molte parole per poter comprendere il momento che viviamo insieme. Pomezia, come voi sapete, ha delle belle Chiese che sono onore e vanto di questa città: ci sono la Chiesa di S. Benedetto, quella di S. Michele e di S. Bonifacio. Se ci spostiamo un pò fuori, troviamo Torvaianica con la Chiesa dedicata alla Madonna Immacolata: la città non manca di segni della presenza di Dio per il suo popolo, che siamo noi. Nonostante questo Pomezia non aveva fino ad ora una presenza particolarmente significativa della Madre di Dio e della Madre nostra: Maria di Nazareth. In realtà quasi tutte le grandi città del mondo hanno come simbolo una grande Basilica, un grande edificio designato al culto e alla venerazione. Come si può, ad esempio, pensare a Milano senza fare riferimento al Duomo e alla Madonnina? A Firenze senza ricordare S. Maria del Fiore? A Venezia senza riferirsi a S. Marco, la cattedrale della città e della Diocesi? La città di Pomezia ha le Chiese e le Parrocchie che abbiamo ricordato ma, da ora in avanti, anche se come piccolo seme, avrà nel suo futuro un Santuario dedicato alla Madonna di Collefiorito. Corre l’obbligo di rammentare appena P. Davide Agostini che voleva coronare i suoi oltre vent’anni di presenza pastorale a Pomezia costruendone il Santuario alla Madonna di Collefiorito.
Il Signore lo ha chiamato a sè, ma il suo testamento è stato questo: che la città abbia un segno di unità e di comunione, un segno di fede, un segno che sarà messo in un luogo dal quale potrà benedire tutta la città e tutte le famiglie, dai bambini agli anziani, dai genitori ai malati. Questo segno sarà la Madonna di Collefiorito di cui, questa sera, abbiamo l’immagine dinnanzi a noi. Immagini come queste provengono da lontano: se voi andate a visitare le grandi Chiese mariane, troverete delle figure splendide perchè liumanità ha sempre dedicato alla Madonna la parte migliore della sua genialità, della sua creatività e della sua immaginazione. L’icona che questa sera è davanti a noi sarà chiamata, da oggi in poi, Madonna di Collefiorito. Io non entro in merito a spiegazioni circa la simbologia dell’effige. Dico semplicemente che è l’immagine del “segno”: Cristo è la “Presenza” in mezzo a noi, il Dio vivo, incamato, morto e risorto. Maria ha donato il Cristo, e questa sua icona rimarrà qui, per tutti i secoli che verranno. Pomezia diventerà ancora più grande, la sua popolazione ancora più numerosa, verranno generazioni e generazioni ma questo 8 MAGGIO 1993, ormai è scritto negli annali della città e tutti quelli che verranno, pur vivendo la propria vita parrocchiale, si porteranno a Collefiorito per onorare Maria, la Madre di Dio e la Madre nostra. Questa sera stiamo vivendo un momento importante della storia di Pomezia; è qualcosa di più, se mi permettete, della prima pietra della città, perchè questa sera noi poniamo come simbolo Maria”.

Pomezia, 8 Maggio 1993           + Dante Bernini Vescovo